Il Melanocita è la nostra guardia del corpo
Si racconta che per ognuno di noi esiste un angelo custode. Sicuramente per ogni 34-36 cellule della cute esiste una guardia del corpo. Infatti abbiamo circa 1500 guardie del corpo ogni millimetro quadrato di cute, queste hanno la funzione di proteggerci per ogni secondo che esponiamo la cute al Sole. La nostra guardia del corpo è il Melanocita.
Il rischio però di un “colpo di stato” da parte della nostra guardia è condizionato fortemente dallo stress di lavoro a cui noi lo sottoponiamo. Più abusiamo della sua pazienza, sottoponendolo a lavori stressanti e senza pause (esposizioni solari eccessive ad orari non congeniali) e senza un adeguato giubbotto antiproiettile (protezione solare specifica), più aumenta il rischio di una sua rivolta contro di noi (displasia e carcinogenesi).
Il Melanocita invia diversi segnali e avvisi prima di arrendersi e di abbandonare il suo ruolo principe (reazioni acute e reazioni croniche del danno attinico).
I Melanociti nei bambini
L’aspetto clinico della pelle di un bambino potrebbe sembrare simile a quella di un adulto. Tuttavia molte delle sue funzioni fisiologiche (come quella di relazione, di protezione e di difesa nei confronti dell’ambiente esterno) raggiungono una vera maturazione dopo il 14°/16° anno di età. Quindi esporsi ai raggi solari in età infantile, cioè prima dei 14/16 anni, rappresenta una vera e propria aggressione per la cute. Infatti non è ancora in grado di rispondere con un adeguato sistema di difesa agli attacchi del sole. I Melanociti di un bambino (le cellule deputate alla produzione della melanina, melanogenesi) non sono ancora adeguatamente maturi e preparati a rispondere con una adeguata produzione di melanina in grado di proteggere la cute dal sole.
“LA PELLE PER PROTEGGERSI DAL SOLE SI ABBRONZA”.
Il Melanocita: che cos’è e come si forma
Il Melanocita è una cellule con un aspetto simile ad una stella, con tanti prolungamenti che ricordano i raggi solari (cellule dendritiche). Durante le prime settimane di vita nell’utero materno, i melanociti migrano da uno dei tre foglietti primordiali (la cresta neurale) allo strato basale dell’epidermide. All’interno del loro citoplasma possiedono dei granuli definiti melanosomi che contengono il pigmento melanina, che viene trasferito ai cheratinociti attraverso i loro prolungamenti.
I Melanociti si trovano dunque disposti nello strato più profondo dell’epidermide (strato basale o germinativo). Insieme ad altre cellule si organizzano in unità epidermico-melaniche. Qui un solo melanocita è circondato da 34-36 cheratinociti (questo è molto importante per poi capire che cosa sono i nei).
La Melanogenesi
La melanogenesi rappresenta un meccanismo biochimico di risposta difensiva messo in atto da tutto il corpo umano. La produzione di melanina inizia dal sistema nervoso centrale (adenoipofisi). L’invio di alcune sostanze stimolanti ed ormonali (a-MSH, b-MSH, ACTH, Estrogeni, Testosterone) vanno ad agire sulla tiroide e da qui, con un sistema a cascata, inizia a produrre sostanze chimiche che stimolano i Melanociti a produrre la melanina.
La melanina migra all’interno dei melanosomi e, attraverso le terminazioni dendritiche, arriva a posizionarsi fin sopra il nucleo dei cheratinociti con lo scopo di proteggerli dai raggi UV. Come una guardia del corpo si posiziona davanti alla persona che deve proteggere e le salva la vita.
Le radiazioni UV che giornalmente colpiscono la nostra pelle sia volontariamente che involontariamente stimolano la produzione di melanina. Questa è una continua “battaglia per la sopravvivenza” combattuta tra il Sole, l’organismo umano ed il Melanocita che io definirei proprio la nostra guardia del corpo.
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Il Dermatologo Agostino Crupi.
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Grazie per l’informazione. Oggi sono diventata una ICQ presso Università di Ferrara e mi hanno chiesto il collegamento tra il sistema nervoso e il melanocita.
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